Here in Nuoro there is something of a small thriving African community, most of whom come from Senegal. One day I was asking Maria Rita about how quickly the Africans here managed to learn the language because they all seem to be able to communicate very easily in Italian. She told me that they learned the language very quickly indeed, that they had to, in order to survive. This is undoubtedly true but I think that there may be another reason which happens to be cultural. They do not suffer from the same sort of inhibitions that many Europeans do, especially the British, when it comes to learning languages. They do not have the same fear of making mistakes and their approach to learning the language is as much instinctive, possibly more so, as it is intellectual. Surely the main purpose of learning a language is for communication, is it not? In this the Africans succeed admirably and I suspect that they think that there's something absurd about a European education system, like the one in the United Kingdom, in which you can study a language like French for five or more years and end up being able to read the language but not speak, or understand it when spoken, well enough in order to be able to communicate effectively. And that is pretty much my own experience of the French language.
I've fared rather better with Italian and I know that I am merely stating fact when I say that I was one of the more able students at the Italian nightclass I attended in Bristol for two years before coming to live in Nuoro. However, I was unprepared for how subtle the process of improving my understanding of spoken Italian actually is and how the fear factor, which is a hangover from my schooldays when I would panic if a teacher suddenly put me on the spot, continues to interfere. I have little problem understanding those people with whom I communicate regularly, who speak clearly and not too quickly and whose voices have a tonality my ear has become accustomed to. I can converse in Italian reasonably well and only find myself struggling when I think first in English, especially when it's something a little complex which doesn't translate easily. Neverthless, there are times when I go into a shop on my own and think "oh my God, am I going to understand what they say in reply to whatever I ask?" This I put down to my Anglo-Saxon education and the rather peculiar British psyche. British people often feel so uncomfortable about saying "I don't understand" or having incompetence outside their usual sphere of knowledge exposed. Why? It closes so many doors.
In some ways learning a language is like learning to drive a car. There comes a point when it has to become automatic, instinctive and the
intellectual part of the brain has to let go and just watch rather than
guide. So, in many ways I envy the fact that the Africans come from from
a culture in which, in certain spheres, their approach to education is
not an obstruction to learning.
Qui a Nuoro c’è una piccola comunità africana, la maggior parte sono del
Senegal. Un giorno parlavo con Maria Rita di quanto velocemente gli Africani
imparano la lingua perché mi sembra che possono comunicare molto bene in
Italiano. Mi ha detto che imparano la lingua velocemente perché è necessario
per la loro sopravvivenza. Non soffrono le inibizioni come molte persone
europee, soprattutto i Britannici, quando imparano una lingua. Non hanno la
stessa paura di fare gli errori e imparano più istintivamente che
intellettualmente. Certamente lo scopo principale per imparare una lingua è
comunicare, non è vero? Gli Africani riescono a comunicare bene e forse pensano
che ci sia qualcosa di assurdo nel sistema di istruzione europeo, come nel
Regno Unito, in cui si può studiare una lingua come il Francese per cinque anni
o più e poi si può leggere abbastanza bene la lingua senza parlarla bene e
senza capire la lingua parlata. Quella è la mia esperienza sulla lingua
francese.
Ho fatto meglio in Italiano ed ero uno degli studenti più capaci quando ho
studiato Italiano alle serali a Bristol per due anni prima di arrivare a Nuoro.
Però, non ero preparato per quanto è sottile il processo di migliorare la mia
comprensione della lingua parlata e come un senso di paura continua a
interferire. Mi ricordo bene come ho sofferto di un senso di panico a scuola
quando un insegnante mi ha messo alle strette. Non ho molti problemi per capire
le persone con cui comunico regolarmente, che parlano chiaramente e non troppo
velocemente. Il mio orecchio è abituato alla tonalità delle loro voci. Posso
conversare abbastanza bene in Italiano ma mi metto in difficoltà quando penso
in inglese e voglio dire qualcosa un po’ più complesso che non si traduce
facilmente. Nonostante, quando entro un negozio a volte comincio a pensare
cosi: "Oddio. Capirò quello che dicono quando rispondono?" E' probabilmente
a causa della mia istruzione anglo-sassone e la psiche strana dei Britannici. Le
persone Britanniche spesso si sentono a disagio a dire "non capisco"
e hanno paura di esporre la loro incapacità fuori dalla loro sfera di
conoscenza. Perché? Chiude tante porte.
Si può dire che imparare una lingua è come imparare a guidare una macchina.
C'è un certo punto quando dev'essere automatico e istintivo e la parte
intellettuale del cervello deve lasciarsi andare e pensare solo a guidare. E
quindi sono un pò invidioso degli Africani che sono di una cultura in cui, in
un certo modo, il loro tipo di istruzione non è un ostacolo per imparare.
Wednesday, 7 December 2011
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